estrinseco
estrìnseco agg. [dal lat. extrinsĕcus, avv., «di fuori», comp. di *extrim (affine a extra) e sĕcus «appresso; altrimenti» (dal tema di sequi «seguire»)] (pl. m. -ci). – 1. In filosofia, detto di ciò che non entra nell’essenza dell’essere o nella definizione di un’idea, sempre in antitesi a intrinseco: principio e. (o causa e.), quello che agisce dal di fuori (la causa efficiente e la causa finale); denominazione e. o esterna, il modo o attributo della sostanza (ossia ciò che la determina ad essere in un certo modo e la fa denominare tale), che consiste in relazioni della sostanza con qualcosa che non è la sostanza stessa. 2. Nel linguaggio com., di qualsiasi cosa che non appartiene sostanzialmente o non è direttamente ricavata dal soggetto, che è solo esterna: l’aggravamento del male è dovuto a ragioni e.; per circostanze e.; qualità, pregi, difetti e.; giudicare secondo criterî e.; forma e. (di atti, sentenze e sim.), la forma esteriore. 3. In anatomia, muscolo e. e muscolatura e., di muscolo e di muscolatura preposti alla mobilità di un organo in toto, che vengono in tal modo distinti dai muscoli che fanno parte della compagine dell’organo stesso: i retti e gli obliqui sono i muscoli e. dell’occhio. 4. In fisica, semiconduttore e., un semiconduttore puro (come tale, intrinseco) nel quale siano stati immessi, come impurezze, atomi donatori oppure accettori di elettroni, che gli conferiscono una conducibilità, rispettivam., per elettroni (conducibilità e. n) o per lacune (conducibilità e. p). ◆ Avv. estrinsecaménte, in modo estrinseco, in forma estrinseca: giudicare estrinsecamente; estrinsecamente, le due questioni sembrano diverse, ma intrinsecamente sono simili.