esterovestizione
s. f. Il vestire qualcosa di uno stato giuridico estero, sottraendolo agli obblighi della legge nazionale di pertinenza. ◆ [Carlo] Giovanardi assicura che «verranno attivati tutti gli accertamenti del caso in merito all’operazione di esterovestizione effettuata nel 1994 dall’onorevole [Cesare] Previti». Il ministro si riferisce proprio alla vendita fittizia della villa ad Ansedonia di cui aveva parlato lo stesso deputato di Forza Italia nell’udienza di sabato. Un’operazione fittizia, fatta solo per non pagare le tasse, visto che l’immobile sarebbe stato venduto ad una società dello stesso Previti. (Lorenzo Salvia, Corriere della sera, 3 ottobre 2002, p. 8) • A Stefano Ricucci sono stati contestati nuovi reati, oltre l’aggiotaggio informatico e l’ostacolo all’attività di vigilanza: false fatturazioni, falso in bilancio ed esterovestizione, che vuol dire che per eludere la normativa fiscale italiana si fa apparire un’attività svolta all’estero quando in realtà non lo è. (Guido Ruotolo, Stampa, 5 aprile 2006, p. 8) • [tit.] Per l’esterovestizione possibile la denuncia penale [testo] Sta suscitando preoccupazioni, non solo di tipo operativo ma anche sulla portata della norma, la nuova disciplina delle «società esterovestite», quale risultante dal comma 5bis dell’articolo 73, Tuir (introdotto dalla legge 248/2006), che ha previsto una presunzione di esterovestizione per quelle società che detengono partecipazioni di controllo, se sono controllate da soggetti residenti nel territorio dello Stato ovvero amministrate da un cda composto in prevalenza di consiglieri residenti in Italia. (Ivo Caraccioli, Sole 24 Ore, 23 aprile 2007, p. 44, Diritto dell’economia).
Composto dal s. m. estero e dal s. f. vestizione.
Già attestato nella Repubblica del 20 aprile 1985, p. 43, Economia.