estate
(poet. o region. està; pop. istate, state) s. f. [lat. aestas -atis, dal tema di aestus -us «calore»]. – 1. Seconda stagione dell’anno, compresa, per l’emisfero boreale, tra il solstizio d’estate (21 giugno) e l’equinozio d’autunno (23 settembre), caratterizzata da temperatura notevolmente più elevata perché il Sole permane un maggior numero di ore sull’orizzonte e perché i raggi solari investono meno obliquamente l’atmosfera terrestre: passare l’e. in campagna, cioè il periodo estivo; e con riferimento alle condizioni climatiche e meteorologiche: un’e. calda, torrida, afosa, piovosa; entrare nell’e. (spesso con allusione all’inizio del caldo più che al vero inizio della stagione; e così: l’e. si può dire ormai finita, ai primi temporali, o ai primi abbassamenti della temperatura); nel pieno, nel colmo dell’e., nel periodo più caldo della stagione. Per i meteorologi, l’estate va dal 10 giugno al 31 agosto, cioè coincide con l’intervallo di tempo di tre mesi approssimativamente centrato attorno all’epoca del massimo annuo di temperatura (verso la metà di luglio). 2. E. di san Martino: séguito di belle giornate, con sensibile aumento della temperatura rispetto ai giorni precedenti, che si verifica spesso nell’Europa occid. verso il giorno di san Martino (11 nov.). 3. In senso fig., non com., temporaneo ritorno della freschezza giovanile di forze e di spirito in persone di una certa età, soprattutto per ciò che riguarda sentimenti e rapporti amorosi: sono tornati nell’estate del loro matrimonio. ◆ Dim. estatina, un’estate (o parte di essa) trascorsa non sgradevolmente: è stata un’estatina piacevole; dim. e spreg. estatùccia, estate poco buona, per condizioni climatiche o perché trascorsa in modo poco soddisfacente; pegg. estatàccia, un’estate brutta, di cattivo tempo, o con avvenimenti spiacevoli, o comunque trascorsa male: è stata un’estataccia, è piovuto quasi sempre!; ho un monte di lavoro arretrato: prevedo un’estataccia.