espulsione
espulsióne s. f. [dal lat. expulsio -onis, der. di expellĕre «espellere», part. pass. expulsus]. – 1. L’atto, il fatto di espellere o di essere espulso; allontanamento d’autorità o con la forza da un luogo, da un ambiente, in genere come misura disciplinare: e. dalla scuola o dall’aula, da una comunità, da un partito; e. degli stranieri, provvedimento amministrativo disposto dal ministro dell’Interno, per motivi di sicurezza o di ordine pubblico, o dal prefetto nei confronti di stranieri clandestini o socialmente pericolosi; anche misura di sicurezza applicata dal giudice penale nei confronti degli stranieri socialmente pericolosi condannati per gravi delitti; negli sport a squadre, e. di un giocatore dal campo, decretata dall’arbitro per gravi infrazioni al regolamento di gioco: può essere, secondo i tipi di sport, a tempo determinato (alcuni minuti), o indeterminato (per es., fino alla segnatura di una rete), o per tutta la durata della partita. 2. In senso più materiale, l’atto di emettere, di mandare fuori: e. del bossolo, nelle armi da fuoco; anche dall’organismo: l’e. delle feci, del catarro; e. del feto, nel parto.