esposto
espósto agg. e s. m. [part. pass. di esporre]. – 1. agg. a. Messo in mostra, offerto alla vista del pubblico: ammirare i quadri e.; l’avviso è e. nell’albo; la salma dell’illustre scomparso rimarrà e. per tutta la giornata; andiamo a parlare altrove, qui siamo troppo esposti. b. Di persona o cosa che si offra liberamente a un’azione esterna: essere e. all’aria, alle correnti; giardino e. al sole; una torre e. a tutti i venti; anche di spazio o ambiente situato in luogo aperto e quindi soggetto ai venti e al sole: un prato molto e.; casa con la facciata e. (cioè rivolta) a mezzogiorno; edificio, appartamento bene o male e. c. Nel linguaggio medico, frattura e., quando una lacerazione dei tessuti soprastanti lascia scoperti i monconi ossei. d. Nel linguaggio alpin., detto di un passaggio, di una via di arrampicata, ecc., che per essere del tutto scoperti sul vuoto danno maggiormente il senso della vertigine. e. In senso fig., essere e. a rischi, a pericoli, alle critiche della gente, e sim., trovarsi nella condizione di soffrire i danni che ne possono derivare. f. Riferito, manifestato: i fatti e. nell’articolo; per le ragioni, per i motivi esposti. In questi esempî, come anche in alcuni precedenti, la parola conserva il suo valore verbale di participio. 2. s. m. a. Scritto in cui si espongono situazioni o ragioni proprie dell’esponente a un’autorità amministrativa, o in cui sono portati a conoscenza dell’autorità giudiziaria o di polizia determinati fatti perché l’autorità stessa adotti, se del caso, i provvedimenti di sua competenza: presentare, inoltrare un e. al ministero; fare un e. al commissario di Polizia. b. disus. (f. -a, raro) Per lo più al masch. plur., esposti, bambini (più comunem. detti trovatelli) denunciati come figli di ignoti o comunque non riconosciuti dai genitori e per i quali sia richiesta la pubblica assistenza.