esodo1
èṡodo1 s. m. [dal lat. tardo exŏdus, gr. ἔξοδος, comp. di ἐξ «fuori» e ὁδός «via, cammino»]. – 1. Uscita da un luogo; emigrazione volontaria motivata da ragioni morali, religiose o politiche, frazionata o, più spesso, di massa; in partic., l’uscita degli Ebrei dall’Egitto sotto la guida di Mosè, e titolo del libro della Bibbia (secondo del Pentateuco) che ne contiene la narrazione. 2. estens. Partenza in gran numero di persone: l’e. della popolazione per il ferragosto (e nel linguaggio giornalistico: l’e. in massa, il grande e., e sim.); l’e. dei turisti alla fine delle vacanze; la città fu allagata e incominciò il triste e. degli abitanti verso i territorî vicini; e. rurale, il fenomeno dell’abbandono della campagna da parte di contadini che si trasferiscono stabilmente in città. In senso fig., trasferimento di cose in quantità notevole: e. di capitali, di opere d’arte. 3. Nella tragedia greca, l’ultimo canto del coro, alla sua uscita dall’orchestra; secondo Aristotele, tutta la parte finale della tragedia dopo l’ultimo stasimo, cioè l’ultimo episodio e i pochi versi finali del coro.