escrache
s. m. In alcuni Paesi latinoamericani e in Spagna, forma di protesta e rivendicazione pacifica, caratterizzata dalla presenza animata, rumorosa, talvolta creativa, dei manifestanti nei pressi dell'abitazione o del luogo di lavoro di esponenti della classe dirigente. ◆ Dilaga la rabbia contro gli sfratti per insolvenza dei mutui con il clamoroso “escrache”, la protesta di massa sotto la casa dei politici del partito al potere con maggioranza assoluta, il popolare (Pp, conservatore) del premier Rajoy. (Gian Antonio Orighi, Stampa.it, 11 aprile 2013, Esteri) • Gli indignati sono tornati a sfilare per le strade spagnole, in un simbolico «escrache al sistema». L'escrache è la «segnalazione pubblica», con picchetti sotto casa, dei politici che affossano iniziative di legge popolari come la riforma dell'ingiusta legge ipotecaria. (Luca Tancredi Barone, Manifesto.it, 14 maggio 2013, Attualità).
Voce colloquiale dello spagnolo parlato in Argentina e Uruguay, di etimologia incerta, adoperata più volte nel corso del Novecento in alcuni Paesi latinoamericani. Negli anni Novanta il vocabolo fu usato in Argentina per definire le manifestazioni di piazza contro l'indulto concesso dal governo Menem a favore di alti esponenti delle giunte militari (1976-1983), responsabili di moltissimi omicidi di natura politica.
Già attestato nel Corriere della sera del 17 maggio 1999, Prima Pagina (Dacia Maraini).