esaurire
eṡaurire v. tr. [dal lat. exhaurire, comp. di ex- e haurire «attingere»] (io eṡaurisco, tu eṡaurisci, ecc.). – 1. a. Detto di pozzo, miniera e sim., attingerne, asportarne tutto il contenuto. In marina, eseguire l’operazione di esaurimento, cioè di svuotamento dell’acqua dai locali interni della nave. b. In chimica, estrarre il più completamente possibile una o più sostanze da un’altra: e. una droga con un solvente, per asportarne i componenti attivi solubili in tale solvente; e. un precipitato con acqua, lavarlo fino ad averlo privato di tutti i componenti solubili in acqua. c. Con sign. più generico, nel linguaggio com., consumare una cosa tanto da ridurla al termine: e. le provviste, il patrimonio, le risorse, i mezzi; fig.: e. la pazienza, il proprio ingegno; ho esaurito tutto il mio repertorio di barzellette; e. le forze, logorarle, spossarle. 2. intr. pron. a. Riferito a pozzo o miniera, rimanere senz’acqua, senza più minerali: il pozzo si è esaurito; la sorgente si è esaurita, non versa più acqua. b. Consumarsi del tutto: i fondi a disposizione si sono esauriti; l’edizione s’è esaurita in pochi mesi, ne sono stati cioè venduti tutti gli esemplari; fig., le sue forze, le sue energie si sono esaurite. c. Di persona: è uno scrittore che ormai si è esaurito (o anche: la vena di quello scrittore si è esaurita), ha perduto la potenza creatrice, non produce più nulla di originale. 3. Condurre a termine: e. una pratica; compiere sino in fondo: e. le indagini, le ricerche. Di argomento, materia e sim., trattarne compiutamente in ogni particolare: e. il tema, la questione; è stato esaurito l’ordine del giorno. ◆ Part. pres. eṡauriènte, anche come agg. (v.). ◆ Part. pass. eṡaurito, anche come agg. (v.), ed eṡàusto, usato solo come agg. (v.).