esagerare /ezadʒe'rare/ [dal lat. exaggerare, der. di agger "terrapieno"; propr. "ammonticchiare come un argine"] (io esàgero, ecc.). - ■ v. tr. 1. [far parere maggiore del vero: e. i pregi, i difetti di una persona, di un'opera; e. la portata di un avvenimento] ≈ amplificare, enfatizzare, (fam.) fare di una mosca un elefante, (fam.) gonfiare, ingigantire, ingrandire, [in senso negativo] drammatizzare. ↔ minimizzare, ridimensionare. ↓ diminuire, ridurre, rimpicciolire, sminuire. 2. [dare maggiore intensità: e. i colori, gli effetti] ≈ accentuare, caricare, intensificare, potenziare, rafforzare. ↔ affievolire, indebolire, scemare, sfumare, smorzare. ■ v. intr. (aus. avere) [superare i limiti della verità, della convenienza, del giusto, con la prep. in o assol.: e. in severità; tu esageri!] ≈ calcare la mano, eccedere, passare i limiti (o la misura o il segno), strafare, trascendere, (non com.) trasmodare. ↔ contenersi, controllarsi, dominarsi, frenarsi, limitarsi, moderarsi, trattenersi.