eruzione
eruzióne s. f. [dal lat. eruptio -onis, der. di erumpĕre «erompere», part. pass. eruptus]. – In genere, sortita o fuoriuscita improvvisa o violenta di persone e di cose, in senso proprio e fig. È però in uso soprattutto con alcuni sign. specifici: 1. Manifestazione dell’attività vulcanica consistente nell’emissione, a carattere lento e continuativo oppure improvviso e violento, di materiali (solidi, liquidi o gassosi) da un apparato vulcanico: e. sommitali, se avvengono dall’orifizio sommitale del vulcano; e. laterali, se avvengono da fenditure laterali; e. eccentriche, se si svolgono da bocche eccentriche, connesse solo indirettamente al condotto centrale. Meno com., violenta emissione dal suolo di getti liquidi o gassosi che erompono per la loro stessa forza o in seguito a trivellazione: un’e. di gas metano; nella tecnica mineraria, croce di eruzione, tipo di apparecchiatura detta anche albero di natale (v. albero2, n. 1 a). 2. Eruzioni solari, emissioni dall’atmosfera solare di getti gassosi, generalmente monocromatici, di cui le più importanti sono le e. cromosferiche (più propr. chiamate brillamenti solari) che provocano sulla Terra, a causa delle radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari che emettono, importanti effetti geofisici (tempeste magnetiche, aurore polari, ecc.). 3. In medicina: a. Insorgenza acuta di manifestazioni cutanee, per lo più molteplici e a tipo infiammatorio (macchie, papule, pomfi, ecc.), sia primitive sia secondarie a malattie generali di varia natura (malattie esantematiche, orticaria). b. Eruzione dei denti, la loro nascita, soprattutto con riferimento alla prima dentizione.