ermellino
(ant. armellino) s. m. [prob. lat. mediev. armeninus «(topo) di Armenia»]. – 1. Carnivoro della famiglia mustelidi (Mustela erminea), che vive in tutta l’Europa e nell’Asia settentr.; ha pelame variabile: rosso-bruno sul dorso e bianco-giallastro sul ventre d’estate, completamente bianco, tranne la punta della coda nera, d’inverno; snello e agilissimo, ottimo arrampicatore e nuotatore, si nutre di piccoli mammiferi, uccelli e rettili, che cattura nelle ore crepuscolari. È oggetto di intensa caccia per la pelliccia assai pregiata. 2. La pelliccia dell’animale, soprattutto nel suo aspetto invernale, cioè bianca con la punta della coda nera, peraltro molto delicata e facile a ingiallire: una stola d’ermellino, guarnizioni di ermellino; in partic., cappa di ermellino, indossata tradizionalmente da regnanti come segno del potere, e oggi come insegna di dignità dai gradi più elevati della gerarchia accademica (rettore, preside di facoltà) o giudiziaria (presidente di Corte di cassazione, d’appello, ecc.), sopra la toga, in determinate occasioni. Come termine di similitudine, è spesso assunto a simbolo del candore e dell’innocenza: candido, candida come un ermellino. Per indicare la raffigurazione della pelliccia in araldica, è più com. la forma armellino (v. armellino1, nel sign. 1).