equivalente
equivalènte agg. e s. m. [part. pres. di equivalere]. – 1. agg. Che equivale, che ha valore uguale: un titolo e.; termini, locuzioni equivalenti. Con accezioni partic.: a. In matematica (dove si indica di solito con il simbolo ~), si dicono equivalenti due figure aventi uguale area; si dicono equivalenti due equazioni, o due sistemi di equazioni, se hanno le stesse radici; affinità e. è un’affinità in cui due figure corrispondenti qualsiasi sono equivalenti, hanno cioè la stessa estensione. b. In fisica, nel confronto tra due fenomeni analoghi, si qualifica come equivalente quel particolare valore di una determinata grandezza che permette di ritenere validi per l’un fenomeno risultati già acquisiti per l’altro; per es., nella teoria del pendolo composto, lunghezza e., la lunghezza che occorre attribuire al pendolo perché valga anche per esso l’espressione del periodo di oscillazione del pendolo semplice. c. In elettrologia e in elettrotecnica, circuito e., complesso di grandezze fittizie, opportunamente caratterizzate, introdotto per studiare schematicamente il comportamento di circuiti reali complessi. d. In meccanica, si dicono equivalenti due sistemi di forze (in generale due sistemi di vettori applicati) che hanno uguali i risultanti e uguali i momenti rispetto a un polo (quindi rispetto a ogni polo) e sono pertanto riducibili l’uno all’altro con sole operazioni elementari. e. In cartografia, rappresentazione e., quella che a superfici equivalenti sulla Terra fa corrispondere superfici equivalenti sulla carta geografica. 2. s. m. a. Cosa che, pur essendo di natura diversa, ha (o è ritenuta di) valore uguale: l’e. di una prestazione; dare l’e. (di una data somma) in merce, in natura. Con sign. più generico, di fatto o fenomeno che ha stretto rapporto di analogia con un altro; così, in medicina, si dicono e. eclamptici i fenomeni premonitori dell’accesso eclamptico (cefalea, aumento della pressione arteriosa, ambliopia, vomito, ecc.); e. epilettico, fenomeno psichico che veniva ritenuto in rapporto di analogia con l’epilessia, mentre oggi viene identificato completamente con le crisi epilettiche. b. Nel linguaggio scient. e tecn., il termine, con opportune specificazioni, indica un rapporto fra due grandezze che si corrispondano, o siano trasformabili l’una nell’altra, atto a stabilire i termini della corrispondenza o della reciproca trasformabilità: e. energetico della massa, pari al quadrato della velocità c della luce nel vuoto, dà, a norma del principio di equivalenza tra massa m ed energia E, l’energia ottenibile dall’annichilazione della massa: c2 = E/m; e. meccanico del calore (o della caloria) è il lavoro che, a norma del 1° principio della termodinamica, può ottenersi dalla integrale trasformazione di energia termica in energia meccanica (è una costante universale e si indica con E o con J); e. in piombo, nella tecnica nucleare, spessore di una lamina di piombo che abbia gli stessi effetti protettivi dalle radiazioni del materiale che si sta considerando; e. termico del lavoro (o dell’energia), l’inverso dell’equivalente meccanico del calore, generalmente indicato con A. c. In chimica, si dice e. chimico (impropriam. peso e. o grammo e.), o più semplicem. equivalente di un elemento, il numero di parti in massa di esso, che può sostituire (direttamente o indirettamente) o può combinarsi con 1,008 parti in massa di idrogeno; è pari al rapporto tra la sua massa atomica e la sua valenza. Avv. equivalenteménte, in modo equivalente, con equivalenza, con uguale valore.