equilibrio
equilìbrio s. m. [dal lat. aequilibrium, comp. di aequus «uguale» e libra «bilancia»]. – 1. Stato di quiete di un corpo. In partic., in meccanica, e. statico, quello, per es., di un corpo puntiforme su cui non agiscono forze, o agiscono forze tali che la loro risultante sia nulla (in tal caso, si dice anche che le forze si fanno equilibrio); analogam., e. dinamico, quello di un sistema di forze che, applicato ad un punto in movimento, non ne modifica il vettore della velocità. E. stabile, instabile, a seconda che, perturbando anche di poco le condizioni del corpo, esso tenda o no a ritornare nella posizione di partenza; e. indifferente, quando ogni possibile posizione del corpo è di equilibrio; e. elastico, lo stato di quiete di un corpo elastico quando, applicando ad esso un sistema di forze esterne equilibrato e sensibilmente costante nel tempo, le tensioni interne non superano il limite di elasticità. Più in generale, condizione per la quale un corpo (anche il corpo umano) sta fermo per un compensarsi delle azioni che su di esso si esercitano, o, anche muovendosi, conserva un suo determinato assetto: far stare in e. i piatti della bilancia; tenere in e. un bastone sul palmo della mano; mantenere, perdere l’e.; mentre camminava sull’argine, ha perso l’e. ed è caduto; stare o reggersi in e. sulla bicicletta, su una scala, sulla fune, su un piede solo. Organi dell’e., in fisiologia, le delicate formazioni (canali semicircolari, membrane otolitiche, endolinfa) che costituiscono il labirinto vestibolare situato nell’orecchio interno, e presiedono alla funzione dell’equilibrio, che rende possibile la posizione e il controllo della posizione e del movimento del corpo nello spazio (con riferimento a tali organi, ma spesso anche con valore più generico nell’uso corrente: avere, non avere il senso dell’e.). Asse di e., attrezzo ginnico che serve per esercizî atti a sviluppare il senso dell’equilibrio: può essere fisso, in bilico, oscillante, ecc. Giochi di e., esercizî varî che impegnano chi li esegue sia a tenersi in bilico sia a compiere altri giochi di destrezza tenendo in equilibrio oggetti. 2. a. In aeronautica, si parla di equilibrio di un aeromobile in volo, quando è nullo il momento, rispetto al baricentro, di tutte le forze applicate, così che il volo si realizza in condizioni di regime. b. In marina, e. velico, quello che si raggiunge facendo in modo che il centro di pressione delle azioni del vento sulle vele non resti né troppo a prora (che darebbe una nave eccessivamente «poggiera») né troppo a poppa (che darebbe una nave eccessivamente «orziera»). 3. a. Nel linguaggio scient., per lo più con opportuna specificazione, indica una situazione particolare di un sistema, caratterizzata dalla costanza nel tempo di uno o più parametri inerenti allo stato del sistema, così da escludere il prodursi di determinati fenomeni: per es., un sistema è in e. termico se tutti i suoi punti sono alla stessa temperatura (con sign. analogo, e. chimico, e. radioattivo, e. termodinamico, ecc.). b. In meteorologia, e. atmosferico, lo stato dinamico di masse d’aria soggette a moti verticali: può essere stabile, instabile, o indifferente, a seconda che una massa d’aria spostata verticalmente tenda a ritornare nella posizione di partenza, o prosegua indefinitamente nel suo moto, oppure resti in quiete nella posizione d’arrivo. 4. In usi fig., proporzione fra le parti, esatta distribuzione dei varî componenti di un insieme: non c’è e. fra spese ed entrate; ristabilire l’e. nel bilancio d’una società; e. delle masse, in una architettura, nella composizione d’un quadro, ecc.; le facoltà dello spirito sono in lui in giusto equilibrio. Quindi, in senso psicologico e morale, avere, non avere e.; essere pieno, ricco di e., mancare, esser privo di e., avere, non avere il senso della misura, il pieno controllo dei propri atti, e sim. (cfr. equilibrato, squilibrato). Con altri sign. fig.: a. E. biologico, il rapporto quantitativo costante che si stabilisce in un determinato ambiente tra i rappresentanti delle varie specie animali e vegetali, legati tra loro da relazioni antagonistiche o mutualistiche, che è condizione indispensabile della loro persistenza. Teoria degli e. intermittenti, teoria dell’evoluzione formulata da alcuni paleontologi, secondo la quale la storia degli organismi viventi non sarebbe caratterizzata (come per il darwinismo) da graduali modificazioni, ma dall’alternarsi di periodi di stasi evolutiva a periodi di diversificazione relativamente rapida, cosicché l’evoluzione procederebbe «a salti». b. E. sessuale, in genetica, il vario grado in cui i fattori mascolinizzanti e femminilizzanti sono presenti in ciascun individuo. c. E. economico, la posizione ideale, in pratica mai realizzabile compiutamente, nella quale, date determinate condizioni iniziali, un individuo o una collettività, agenti come enti economici, possono conseguire il massimo di utilità soggettiva. E con riguardo a una situazione di mercato: condizioni di e., mercato in e., quando la quantità offerta di un bene o di un prodotto è più o meno uguale alla quantità richiesta, per cui si determina un prezzo di equilibrio. d. E. politico, concezione e metodo di politica internazionale, che costituisce quasi la spina dorsale della diplomazia moderna e che consiste nell’equilibrare o riequilibrare le forze delle grandi potenze in modo che nessuna di esse prevalga decisamente sulle altre; anche in senso più generico: e. tra le forze politiche del paese, tra le correnti di un partito; perseguire una politica di equilibrio. 5. Nel linguaggio sport.: a. Nell’ippica, l’attitudine di un cavallo a sostenere con eguale rendimento le tre andature di passo, trotto, galoppo. b. Nel nuoto, l’armonia dei movimenti delle braccia e delle gambe di un atleta in gara.