entrata
(ant. intrata) s. f. [der. di entrare]. – 1. a. Spazio, apertura per cui si entra in un luogo: l’e. del porto, della miniera, della grotta; chiusero tutte le e. della città. In alcune regioni, anche l’ingresso di case d’abitazione o di negozî, in altre solo il complesso di locali e d’impianti che costituiscono l’ingresso a edifici pubblici, spec. sale di spettacolo, luoghi di divertimento e sim.: l’e. al loggione è da questa parte; e. secondaria, e. di servizio. b. L’atto d’entrare: l’e. di Carlo VIII in Firenze; e. in guerra; l’e. in carica di un magistrato; in qualche caso comprende anche (come ingresso) la facoltà d’entrare, soprattutto in un locale pubblico: e. libera (in luoghi di spettacolo, mostre, ecc., senza pagare; in pubblici esercizî, senza obbligo di acquistare); permettere, impedire l’e.; è vietata l’e.; e. di favore, permesso di entrare in un locale di pubblici spettacoli senza pagare; meno com., rispetto a ingresso, l’uso ellittico per indicare il prezzo che si deve pagare per entrare in un luogo: hai pagato l’e.?; nell’ippica, lo stesso che entratura. Dazî o diritti di e., altra denominazione dei dazî o diritti d’importazione. Bollettino d’e., titolo nominativo non girabile, rilasciato dai magazzini generali o da un pubblico deposito all’atto dell’introduzione delle merci nei magazzini stessi. c. estens. Il tempo, il momento in cui si entra o si ha facoltà d’entrare: anticipare, posporre di un’ora l’entrata. d. In elettrotecnica e in elettronica, lo stesso che ingresso (nelle accezioni del n. 3 a e b). e. In informatica, l’operazione (detta anche ingresso e, con termine ingl. molto diffuso, input) con cui i dati, o le istruzioni, concernenti un determinato programma di elaborazione si trasferiscono da una unità periferica alla memoria centrale del calcolatore; in senso concr., anche l’insieme dei dati introdotti (cioè dei dati in entrata); unità di entrata, l’unità periferica che provvede all’immissione dei dati, costituita in genere da un lettore (ottico, magnetico, in passato di schede o di banda perforata), o da un’unità a tastiera, da un terminale a telescrivente, da un videoterminale. 2. Nel linguaggio teatrale, momento in cui l’attore entra in scena; anche la battuta iniziale e quella di ripresa del dialogo scenico dopo una lunga pausa. Negli spettacoli del circo, entrate dei clown, brevi scene dialogate e mimate tra due o più clown, intercalate come pause tra gli altri numeri della rappresentazione. 3. In musica: a. Intervento, in una composizione, di una nuova voce o strumento, o inizio di un nuovo tema. b. Componimento strumentale, generalm. in tempo di marcia, che dal balletto passa nella suite settecentesca. c. Nel sec. 18°, sinon. di introduzione. 4. Nel gioco del calcio, intervento del difensore su una azione d’attacco avversario. 5. In gastronomia, termine corrispondente al fr. entrée (v.). 6. Nel linguaggio contabile comune, accrescimento dei beni posseduti da una persona. In senso finanziario, ogni movimento che apporti un aumento mediato o immediato di denaro: ha mille euro d’e. mensile; le e. sono molto diminuite; registrare le e. e le uscite; segnare in entrata (cioè nella parte del libro dove si segnano gli incassi). Entrate dello stato e degli enti pubblici, tutti i proventi con cui gli enti stessi provvedono al conseguimento dei loro fini: possono essere ordinarie o straordinarie, secondo che siano o no suscettibili di ripetersi nel tempo, e, in relazione alla fonte da cui provengono, originarie (o di diritto privato), risultanti cioè dai beni che appartengono agli enti in questione, oppure derivate (o di diritto pubblico), attinte cioè al reddito nazionale a titolo di controprestazione di servizî particolari resi a privati o mediante prelevamenti coattivi (tasse, imposte, contributi, ecc.); si distinguono inoltre (come in genere per tutte le entrate finanziarie) le e. effettive, quando il movimento apporti un aumento del netto patrimoniale, e quelle non effettive, a loro volta suddivise in e. per movimento di capitale, in cui si ha cioè una semplice trasformazione dei componenti del patrimonio (vendite di beni patrimoniali, riscossione di crediti, accensione di debiti, ecc.), e e. per partita di giro, quando all’entrata è correlativa un’equivalente uscita finanziaria. Imposta generale sull’e., in passato, imposta indiretta sui consumi e in genere sui trasferimenti a titolo oneroso (più nota con la sigla IGE), sostituita successivamente dall’imposta sul valore aggiunto (IVA). 7. Sul modello dell’ingl. entry, lo stesso che lemma1, nel sign. 2 b. ◆ Dim. entratina, non com.; spreg. entratùccia (nel sign. 6); pegg. entratàccia (nei varî sign.).