energia
energìa s. f. [dal lat. tardo energīa, gr. ἐνέργεια, der. di ἐνεργής «attivo», da ἔργον «opera»]. – 1. a. Vigore fisico, spec. dei nervi e dei muscoli, potenza attiva dell’organismo; con questo sign., per lo più al plur.: riacquistare le e. perdute, ridestare le energie. Per estens., di cose, efficacia operativa: è un rimedio che opera con molta e.; fig.: l’e. dello stile, la forza, l’efficacia. b. Fermezza di carattere e risolutezza nell’azione: uomo privo di energia, senza energia, di scarsa e.; governare, dirigere un’impresa, comandare gli uomini con e.; affrontare, risolvere con e. una situazione. c. Forza dinamica dello spirito, che si manifesta come volontà e capacità di agire: tendere con e. al proprio scopo; essere animato da grande e.; trovare in sé l’e. necessaria per continuare la lotta; rianimare, rinvigorire, rinfrescare le e. (proprie o altrui). In psicologia, e. psichica, espressione con cui viene indicato in modo generico il sostrato degli aspetti dinamici del comportamento umano. Nella teoria psicanalitica, e. d’investimento, il fattore quantitativo di tipo meccanico che si ritiene associato alle forme originarie e derivate (rispettivam., e. libera e e. legata) in cui si manifesta la pulsione. 2. Nella filosofia di Aristotele, l’atto o principio determinante e attuante, in contrapp. alla materia o principio determinabile e potenziale (δύναμις); per Leibniz, l’essenza della monade, centro dinamico, e la causa interiore dei suoi mutamenti. 3. a. In fisica, e. di un sistema, l’attitudine del sistema a compiere un lavoro, sia come e. in atto, che opera cioè in un processo in cui si produce lavoro e che è commisurata al lavoro fatto, sia come vera e propria attitudine, cioè come e. potenziale, commisurata allora al lavoro fatto al momento in cui essa si traduce o si tradurrebbe in energia in atto (o, come anche si dice, al momento in cui essa effettivamente «si libera» o «si libererebbe»); come grandezza assume le dimensioni fisiche del lavoro meccanico e si misura nelle sue unità (joule in SI, erg in CGS, ecc.); può presentarsi in forme diverse e convertibili l’una nell’altra, in relazione ai processi e ai fenomeni cui il sistema partecipa, e può essere scambiata tra sistemi diversi, essendo in ogni caso rispettato un principio generale di conservazione dell’e., secondo il quale l’energia totale di un insieme isolato di sistemi rimane costante nel tempo. A seconda della forma che l’energia assume, si parla di: e. meccanica, posseduta in atto da un sistema in virtù del suo stato di moto, della sua posizione in un campo di forze, o della sua configurazione interna, a sua volta suddivisibile in e. cinetica, associata al semplice movimento, ed e. potenziale, associata alla posizione o alla configurazione (e. di posizione, e. di configurazione); e. termica, associata ai moti di agitazione termica molecolare; e. di radiazione, associata ai processi di radiazione, compresa la radiazione termica (e. radiante); e. elastica, associata a deformazioni di mezzi o corpi elastici; e. gravitazionale, quella di un corpo posto in un campo gravitazionale; e. elettrostatica ed e. elettromagnetica, associate a una configurazione stazionaria di cariche e, rispettivam., a un sistema di cariche in moto (o a un campo elettromagnetico); e. chimica ed e. nucleare, associate alla configurazione e alle forze di legame degli atomi in una molecola e, rispettivam., delle particelle in un nucleo atomico; e. di massa, quella che, in base al principio einsteiniano di equivalenza tra massa ed energia, è posseduta da una particella in quanto dotata di massa inerziale (è detta anche e. di riposo, risultando essere l’energia che compete alla particella nel sistema di riferimento in cui essa è in quiete). E. interna, variabile termodinamica che esprime il valore dell’energia contenuta in un sistema, e dipende unicamente dallo stato di questo (perciò detta funzione di stato): la sua variazione in una trasformazione è pari alla differenza tra la quantità di calore assorbita dall’esterno e il lavoro eseguito dal sistema stesso verso l’esterno; per l’e. libera, v. potenziale, n. 3 a (potenziale termodinamico). E. critica (o e. di soglia), con riferimento a un determinato fenomeno, il valore dell’energia che un corpo, una radiazione, ecc., devono avere perché il fenomeno si verifichi. E. di legame, energia necessaria per separare (o estrarre dal resto del sistema) una o più particelle costituenti un nucleo, un atomo, una molecola, un cristallo, ecc. b. Nella tecnica, con riferimento alle modalità di sfruttamento dell’energia e alle forme in cui questa si rende disponibile a fini pratici, si parla correntemente di e. meccanica, e. termica, e. elettrica, e. idrica, ecc., e si dice fonte d’e. qualsiasi sostanza o processo capaci di mettere a disposizione dell’uomo una certa quantità di energia utilizzabile. Fonti primarie di energia, quelle che si trovano in natura, e in partic. quelle generate, direttamente o indirettamente, dalla radiazione solare, quali l’e. solare, l’e. eolica (dei venti), l’e. delle acque fluenti (e quindi l’e. idroelettrica), l’e. delle onde e delle correnti marine, e, attraverso un lungo processo chimico e fisico, l’e. dei combustibili (carbon fossile, petrolio e gas naturale); l’e. delle maree, determinata dal campo gravitazionale Sole-Luna-Terra; l’e. nucleare, determinata dal processo di formazione degli elementi; l’e. geotermica, prodotta dal processo di formazione del sistema solare; si dicono fonti rinnovabili di e. quelle fonti primarie di energia cui si può attingere senza limitazione e che non determinano inquinamento o rischio, con esclusione quindi dei combustibili fossili o nucleari (nei confronti di questi sono anche chiamate fonti alternative di e., mentre nel linguaggio corrente e giornalistico si parla direttamente di e. rinnovabili o e. alternative). Fonti secondarie di e., quelle che si ottengono da operazioni tecnologiche su sostanze costituenti fonti primarie (per es., la benzina, ottenuta distillando il petrolio). 4. In scienza dell’alimentazione, si definisce energia il potenziale di energia termica racchiuso in un alimento (generalmente espresso in chilocalorie per 100 g, o in megajoule a kg). 5. In geografia fisica, e. del rilievo, il vigore della plastica di una regione, espresso numericamente dalla differenza tra le quote estreme (massima e minima) di un certo settore topografico.