enarchia
s. f. Il potere degli alti dirigenti francesi che hanno frequentato l’Ena (École nationale d’administration). ◆ Nell’ultimo mezzo secolo i posti chiave dell’amministrazione e dell’economia francese sono stati occupati da personaggi usciti dall’Ena [Scuola di alta direzione, post universitaria, destinata alla formazione dei dirigenti pubblici della Repubblica francese, creata nel 1945 dal generale Charles de Gaulle]. Tanto che molti la ritengono una specie di lobby che garantisce ai propri iscritti un percorso di carriera assicurato, grazie al passaparola e all’aiuto reciproco. Lo studioso francese Jean-Pierre Chévenement ha dedicato al fenomeno addirittura un libro («I mandarini della società borghese»), nel quale per la prima volta appare il neologismo «enarchia». (Giacomo Ferrari, Corriere della sera, 23 dicembre 2005, p. 33, Cultura) • Difficile che qualcuno dei lettori della Bibbia elettorale di Nicolas Sarkozy, scritta, assicura, «sulla base delle riflessioni maturate durante la campagna elettorale», possa sentirsi escluso da questo monumentale assembramento. […] Certo l’ex ministro degli Interni non si rinnega, anzi. Spira in questa campagna una certa brezza contro l’enarchia, il «dressage» delle élites che detengono lo Stato per diritto divino. (Domenico Quirico, Stampa, 3 aprile 2007, p.17, Estero).
Adattato dal fr. énarchie.
Già attestato nella Repubblica del 29 giugno 1997, p. 15, Commenti (Eugenio Occorsio).