emologismo
s. m. Nei discorsi dei politici, parola d’ordine, frase ad effetto che mira esclusivamente a veicolare forza emotiva ritualizzata, come fanno, in altri contesti, emoticon ed emoji. ◆ La narrazione come ricerca del coinvolgimento emotivo è diventata in questi anni l’elemento centrale della lingua dei politici […] Così, a dominare il discorso politico sono oggi più che mai gli «emologismi»: parole, frasi, formule che funzionano come emoticon o emoji. (Giuseppe Antonelli, Corriere della sera, 5 febbraio 2017, La Lettura, p. 17) • Il risultato è quello che conosciamo e del quale abbiamo riscontro in ogni momento: trionfo degli “emologismi” (le parole-chiave, impiegate come un emoticon in una conversazione su WhatsApp), brusca rottura con le tradizioni preesistenti (una volta bastava una riga per distinguere le argomentazioni di un democristiano da quelle di un comunista), prevalenza della velocità sull’approfondimento e via elencando. (Alessandro Zaccuri, Avvenire.it, 13 agosto 2017, Agorà).
Derivato dal s. f. o m. emo(ji) e formato sul modello di parole terminanti in lo/gismo (per es. psicologismo, ideologismo), con chiaro riferimento al s. greco lṓgos ‘discorso, ragionamento’. Parola d’autore, creata dal linguista Giuseppe Antonelli.