egomaniacale
agg. Che esalta smodatamente il proprio io. ◆ Nel film [«Catwoman»] lei [Halle Berry] è cattiva, la sua Laurel Hedare sembra anche fare il verso alla subdola protagonista di «Basic Instinct»... «Forse è anche vero che prendo un po’ in giro nel film la Sharon [Stone] che sono stata, pessima modella che amava mangiare e fare notte fonda. Laurel e suo marito George-Lambert Wilson sono egomaniacali, dirigono una compagnia di cosmetici della quale io sono stata e sono l’effige». (Giovanna Grassi, Corriere della sera, 10 luglio 2004, p. 37, Spettacoli) • I curatori della mostra [EGOmania, Modena, Galleria Civica], Milovan Farronato e Angela Vettese, annoverano tra le manifestazioni «egomaniacali» il potente e perverso egocentrismo che ha condotto ai più devastanti totalitarismi del Novecento: apre infatti la mostra un funebre candelabro a forma di svastica dell’artista tedesca Katharina Fritsch, a rappresentare il potenziale di morte a cui può condurre la tendenza a farsi eroe fino a vedere la realtà come un proprio territorio perdendo la cognizione dei propri limiti e dei diritti altrui. (Gabi Scardi, Sole 24 Ore, 16 aprile 2006, p. 41, Arte) • Nella storia del controverso [Steve] Jobs - uno dei leader egomaniacali della Silicon Valley - ci sono l’essere stato messo in adozione appena nato da due studenti (madre americana, padre siriano) per finire a casa di Paul e Clare Jobs («i miei veri genitori”), un pellegrinaggio in India (le sue ricette: «fare quello che piace» e «trovare la propria voce interiore»), l’amicizia amorosa con Joan Baez, la passione per i Beatles, una moglie e quattro figli (da due matrimoni). (Valeria Sacchi, Stampa, 11 giugno 2007, p. 28).
Composto dal confisso ego- aggiunto all’agg. maniacale.
Già attestato nella Repubblica del 12 aprile 1996, p. 37, Cultura (Leonetta Bentivoglio).