duplex
dùplex s. m. [dall’agg. lat. duplex: v. duplice]. – 1. In architettura, alloggio su due piani sovrapposti in cui la «zona notte» e la «zona giorno» sono collegate mediante una scala interna. 2. In metallurgia, duplex o processo duplex, processo di affinazione dell’acciaio che si basa sull’impiego successivo di due forni, principalmente allo scopo di allontanare elementi non facilmente eliminabili con i processi normali, date le particolari caratteristiche compositive dei prodotti da affinare. 3. Nella tecnica delle telecomunicazioni: a. Disposizione per mezzo della quale si rende possibile la trasmissione contemporanea di segnali (telegrafici, telefonici, radioelettrici) nei due sensi su una stessa via di trasmissione (una linea filare, un cavo, un radiocollegamento, ecc.): comunicazione in duplex. b. Tipo di collegamento usato in passato tra due apparecchi telefonici (collegamento in d., o, in funzione di agg., collegamento d.), realizzato con due relè allo scopo di effettuare il prolungamento della linea comune su una o sull’altra derivazione; tale prolungamento viene comandato da uno o dall’altro dei due utenti semplicemente sollevando il microfono del proprio apparecchio per chiamare o ricevere chiamate, escludendo automaticamente l’altro dalla linea. Nel linguaggio corrente anche, ciascuno dei due apparecchi così collegati: avere il d. (contrapp. ad avere un singolo); e l’utente stesso di un collegamento duplex: il duplex aveva usato il telefono tutto il pomeriggio. 4. Nella composizione tipografica meccanica a righe fuse, matrice che porta due segni uno accanto all’altro.