dorare
v. tr. [lat. tardo deaurare, der. di aurum «oro», col pref. de-] (io dòro, ecc.). – 1. Stendere e far aderire uno strato d’oro sopra una superficie: d. una cornice, d. una catena; fig., d. la pillola (più com. indorare, v.). Anche, imprimere a fuoco, con fogli d’oro o similoro, titoli, fregi o altro sulla costola o sul piatto di libri rilegati o comunque su oggetti di cuoio. 2. poet. Rendere di colore simile all’oro: ne’ biondi capelli Ch’amor per consumarmi increspa e dora (Dante). Come intr. pron. (anche nel linguaggio com.), indorarsi, prendere un colore dorato: il cielo si dorava al tramonto. 3. Nel linguaggio di cucina: a. Passare la frittura nell’uovo sbattuto prima della cottura (più com. indorare). b. Spennellare con uovo sbattuto la sfoglia o altra preparazione culinaria, prima della cottura, per ottenere un bel colore biondo oro. c. Cuocere carni o altro a calore moderato fino a che prendano il colore biondo oro; e come intr. pron.: tenere la carne sul fornello finché comincia a dorarsi. ◆ Part. pass. dorato, anche come agg. (v. la voce).