divorzile
agg. Di divorzio, derivante da una sentenza di divorzio. ◆ A sostegno della tesi, la prima sezione civile ricorda una pronuncia della Corte del ’96: «La brevissima durata della convivenza, la contrazione del vincolo per motivi apertamente utilitaristici e la mancata comunione spirituale e materiale possono condurre all’esclusione dell’assegno divorzile». La moglie può aver diritto al mantenimento se non ha «colpa» delle nozze-lampo non consumate. (Elsa Vinci, Repubblica, 17 giugno 2000, p. 27, Cronaca) • L’ultimo caso segnalato dalle cronache parla proprio di un marito divorziato che non voleva più corrispondere l’assegno divorzile alla moglie visto che la ex consorte, a suo parere, avrebbe dovuto avere il mantenimento assicurato dalla stabile relazione con «il direttore di una casa farmaceutica», relazione iniziata appunto dopo la pronuncia del divorzio. (Cesare Rimini, Corriere della sera, 17 novembre 2004, p. 22, Cronache) • Capita così che la moglie del bancario a stipendio fisso, disponga di un budget divorzile quasi uguale a quello della casalinga, moglie dell’imprenditore-evasore. (Annamaria Bernardini De Pace, Libero, 29 gennaio 2005, p. 7, Italia).
Derivato dal s. m. divorzio con l’aggiunta del suffisso -ile.
Già attestato nella Repubblica del 1° marzo 1985, p. 17 (Daniela Pasti).