divino
agg. [dal lat. divinus, der. di divus = deus «dio»]. – 1. a. Di Dio: la bontà, la misericordia, la giustizia, l’onnipotenza d.; la d. provvidenza. Con sign. più ampio, che ha la natura, l’essenza di Dio: le tre d. persone, la Trinità; il Verbo d., Gesù Cristo; che appartiene a Dio o a una divinità: gli attributi d.; Quando profano spino Le punse [a Citerea] il piè d. (Foscolo); tributare onori d., quali si rendono alla divinità. b. Che procede da Dio: per grazia, per ispirazione, per volontà d.; per diritto d., ecc. c. Che ha in qualche modo relazione con la divinità: la scienza d. o delle cose d., la teologia; le d. cose ... a denari e vendevano e comperavano (Boccaccio). Anche sostantivato: l’idea del d. nelle religioni primitive; I0, che al d. da l’umano, A l’etterno dal tempo era venuto (Dante). 2. Per estens., e con iperbole più o meno accentuata, altissimo, nobile, eccellente, perfetto: ingegno d.; bellezza d.; musica d.; verso d.; la D. Commedia; il d. Raffaello; il d. poeta, Dante; una donna d., bellissima (per antonomasia, la divina è soprannome dato talora a grandi attrici o cantanti, per es. a Greta Garbo, a Maria Callas); suoni d., dolcissimi; armonie d.; avere una voce divina. In questo sign. è usato anche il superl. divinissimo. Con valore generico, pietra d., nome di un caustico usato un tempo in medicina, ottenuto fondendo insieme allume, nitrato di potassio, solfato di rame. 3. ant. Indovino, profetico: Ne l’ora ... che la mente nostra, peregrina Più da la carne e men da’ pensier presa, A le sue visïon quasi è divina (Dante). Cfr. divinare e der. ◆ Avv. divinaménte, in modo divino, cioè proprio di Dio; o per intervento, per ispirazione di Dio; più spesso, con valore enfatico, in modo sublime, magnificamente, meravigliosamente: cantare, suonare divinamente; una donna divinamente bella; fam., tutto è andato divinamente, ottimamente.