diverso /di'vɛrso/ [lat. diversus, propr. part. pass. di divertĕre "deviare"]. - ■ agg. 1. a. [che si differenzia, anche con la prep. da: è molto d. da te] ≈ differente, difforme, dissimile, distinto, disuguale. ↔ affine (a), analogo (a), pari (a), simile (a), somigliante (a), uguale (a). ↑ identico (a), tale e quale (a). b. [che è in contrasto, anche con la prep. da] ≈ e ↔ [→ DIVERGENTE (2)]. 2. (ant.) [che ha caratteristiche non comuni: Cerbero, fiera crudele e d. (Dante)] ≈ bizzarro, inconsueto, insolito, singolare, strano. ↑ mostruoso, orribile. ↔ comune, consueto. 3. [spec. al plur., e con nomi collettivi, quando sia premesso al sost., indica, più che la diversità, la molteplicità: in d. casi, d. gente, per d. luoghi, da d. tempo] ≈ (lett.) alquanto, molto, numeroso, parecchio, più (c'erano più persone alla festa), svariato, tanto, vario. ↔ esiguo, poco, scarso. ■ pron. indef. [al plur., in gran numero: saremo in d.] ≈ molti, parecchi. ↔ pochi. ■ s. m. (f. -a) (soc.) [in usi ormai in gran parte desueti, chi è considerato da altri, o considera sé stesso, non conforme a una presunta normalità, in fatto di propensioni sessuali, condizioni fisiche, ecc.] ≈ ‖ anormale, emarginato. ⇓ handicappato, omosessuale, portatore di handicap. ↔ ‖ normale.