distribuzione
distribuzióne s. f. [dal lat. distributio -onis]. – 1. a. L’atto di distribuire, cioè di dividere, ripartire, dispensare o assegnare fra più persone o in più luoghi: d. di viveri, di pacchi dono; la d. della posta; la d. del latte ai rivenditori, dei giornali e periodici alle edicole, ecc. D. dell’acqua potabile, del gas, dell’energia elettrica, la fornitura, mediante servizî pubblici, a domicilio dei singoli utenti, siano essi consumatori privati oppure stabilimenti, industrie, reti ferroviarie, tranviarie, ecc.; rete di d., l’insieme delle tubazioni, delle linee elettriche, telefoniche, ecc., che collegano i serbatoi, le centrali di produzione, ecc. agli utenti. b. L’insieme delle attività che provvedono alla collocazione sul mercato delle merci e dei servizî, e quindi l’insieme dei punti di vendita che assicurano agli acquirenti la disponibilità delle merci o dei servizî facilitandone la scelta e l’acquisto: costi di d.; d. in esclusiva; canali di d. o rete di d., la serie di passaggi che il bene compie dall’azienda produttrice fino al consumatore finale (per es.: produttore, intermediario, grossista, dettagliante, consumatore); grande d., complesso di particolari attività commerciali (supermercati, cooperative, grandi magazzini, organizzazioni di vendita per corrispondenza, ecc.), contrapposta alla d. tradizionale operata dal commercio all’ingrosso e dal commercio al dettaglio. D. cinematografica, il complesso delle attività commerciali e organizzative svolte da una ditta specializzata che, acquistati dal produttore i diritti di sfruttamento di un film, ne promuove e finanzia la campagna pubblicitaria e ne cura il noleggio presso gli esercenti di sale cinematografiche; anche, la ditta che distribuisce le pellicole (o, in alcuni contesti, il distributore, o il gruppo dirigente della casa distributrice): la d. ha imposto il taglio di alcune scene del film. c. Assegnazione di compiti tra più persone. In partic., nel teatro e nel cinema, assegnazione ai singoli attori della parte che ognuno di essi dovrà sostenere nella interpretazione di un’opera drammatica o di un film. 2. Il modo con cui vengono distribuite o sono ripartite o disposte più cose: d. uniforme d’un peso, d’un carico. Con accezioni specifiche: a. Nel linguaggio tecn. e scient., il modo in cui si dispongono nello spazio i diversi elementi di un sistema materiale, o la legge con cui variano o si ripartiscono nello spazio o nel tempo determinate grandezze: d. delle masse rotanti; d. delle velocità in un fluido; d. isobarica, ecc. In partic., in statistica, in relazione a un certo fenomeno, d. di una variabile aleatoria, la frequenza con cui, in ripetute occorrenze del fenomeno, tale variabile assume ciascuno dei valori possibili (se tali valori costituiscono un insieme continuo, la frequenza con cui la variabile assume valori compresi in prefissati intervalli regolari: d. di frequenza); d. di probabilità, il limite della distribuzione al tendere all’infinito del numero delle occorrenze del fenomeno; funzione di d., la funzione matematica che rappresenta la distribuzione di probabilità, spesso detta semplicemente distribuzione (per la d. di Gauss, o d. gaussiana, v. gaussiano). In linguistica, la posizione che un elemento (fonema o parola) occupa o può occupare nel contesto in cui s’inserisce, in base a quelli che sono definiti i suoi «caratteri distribuzionali». b. Nelle macchine motrici a fluido, termiche o idrauliche, il modo con cui il fluido motore è ripartito tra le camere o i cilindri della macchina; in senso concr., l’insieme degli organi meccanici (ingranaggi, valvole, punterie, ecc.) che regolano l’immissione e lo scarico del fluido motore. Nei motori endotermici, albero di d., l’organo che comanda l’apertura e la chiusura delle valvole, spesso utilizzato per trasmettere il moto anche ad altri organi. c. In edilizia, il complesso dei problemi che si riferiscono alla disposizione dei singoli ambienti in un edificio o dei varî edifici in un più vasto organismo, in relazione con le caratteristiche e le esigenze funzionali derivanti dalle rispettive destinazioni. d. Nel linguaggio econ., d. del reddito (o assol. distribuzione), il complesso meccanismo mediante il quale l’intero reddito prodotto da un Paese in un dato periodo di tempo (in genere un anno) si ripartisce tra i fattori della produzione, i quali sono, secondo la teoria classica della d., il lavoro, la terra e il capitale, sotto forma, rispettivam., di salario (il cui ammontare è quello minimo di sussistenza), di rendita (il cui ammontare è determinato dalla legge dei rendimenti decrescenti), e di profitto (come residuo); nella teoria neoclassica o marginalista della d., invece, i fattori produttivi (inclusa in essi la capacità organizzativa) ricevono una quota del reddito prodotto in ragione delle loro rispettive produttività marginali. e. D. delle imposte, il problema teorico della ripartizione del carico tributario tra i contribuenti, e anche il sistema fiscale con cui tale problema viene storicamente risolto; è detta reale o personale, a seconda che le imposte vengano applicate ai singoli redditi netti oppure al reddito complessivo di ciascun contribuente. f. In botanica, d. della vegetazione, ripartizione, sulla superficie terrestre, delle specie o delle comunità vegetali in relazione alle diverse condizioni ambientali: per es., la distribuzione per fasce o piani in base alla quota, e quella che dipende dalla latitudine.