distorsione
distorsióne s. f. [dal lat. tardo distorsio -onis, class. distortio -onis, der. di distorquēre «storcere», part. pass. distortus]. – 1. In genere, spostamento o deformazione che provoca un’alterazione della forma o dell’atteggiamento naturale: la d. dell’immagine riflessa da uno specchio concavo o convesso. In usi fig., alterazione, stravolgimento: d. del vero senso di una frase (nell’interpretarla o nel riferirla); un’intenzionale d. della realtà dei fatti; strana d. e caricatura del procedere filosofico (B. Croce); d. innaturale con cui aveva cambiato momentaneamente in odio l’amore per il figlio (V. Brancati). 2. In medicina, lesione traumatica (detta comunem. storta) di un’articolazione, consistente nella momentanea perdita dei normali reciproci contatti tra i capi articolari (differente dalla lussazione, nella quale la perdita dei contatti è permanente): prodursi una d. del polso (o al polso); mi presi al piede sinistro una d. che solamente ora mi permette di fare qualche passo fuori di casa (Fogazzaro). 3. Con sign. tecnici: a. In elettroacustica e in elettronica, alterazione indesiderata che un suono o un segnale possono subire durante la riproduzione o lungo la via di trasmissione, dovuta, per es., a una relazione non lineare tra i valori d’ingresso e d’uscita di un componente, a trasmissione non uniforme alle diverse frequenze, ecc.; in partic., d. armonica, quella che si ha quando il segnale d’uscita contiene, oltre al segnale utile che riproduce esattamente il segnale di entrata, anche componenti armoniche di esso. Nelle telecomunicazioni, tipo di attenuazione non costante lungo tutta la banda di frequenza (d. d’ampiezza), per cui il segnale ricevuto ha una forma diversa da quella del segnale trasmesso; può anche verificarsi allorché le componenti del segnale si propaghino nel mezzo a diverse velocità, con conseguente modifica delle loro fasi relative (d. di fase). b. In meccanica, stato di equilibrio elastico che si stabilisce in un corpo solido in assenza di forze esterne quando, praticato in esso un taglio, si costringono le due facce del taglio a uno spostamento relativo. c. In metallurgia, d. reticolare, alterazione (consistente in piegamenti o ondulazioni di piani del reticolo cristallino) che un metallo allo stato mono- o policristallino subisce in conseguenza di una deformazione plastica localizzata o diffusa. d. In ottica, dissomiglianza fra un oggetto e la sua immagine, dovuta a un particolare tipo di aberrazione; in partic., d. a cuscino e d. a barile, tipi di aberrazione per i quali l’ingrandimento prodotto da un sistema ottico rispettivamente aumenta o diminuisce con la distanza dei punti dell’oggetto dall’asse ottico (per es., un quadrato appare nel primo caso con i lati convessi, nel secondo con i lati concavi).