distinto
agg. [part. pass. di distinguere]. – 1. Separato, diviso, non unito o fuso o confuso insieme con altro o con altri: le pratiche da evadere e quelle già evase sono collocate in cartelle d.; i due problemi saranno discussi in momenti d.; il voto dell’orale va tenuto d. da quello dello scritto; quindi, comunem., differente, diverso: sono due cose ben d.; colori, suoni, concetti d.; il vocabolo ha due d. significati. 2. Chiaro, non confuso, che si percepisce chiaramente con i sensi o con l’intelletto: un’immagine d.; il suono mi giungeva d. agli orecchi; avere idee chiare e d.; nettamente determinato: la parola ha un significato ben distinto. 3. estens. a. Che, nel portamento, nel comportamento, nel tenore di vita, dimostra doti di nobiltà, signorilità, raffinatezza: è una persona d., di modi d.; appartiene a famiglia assai distinta. b. Che si distingue per particolari qualità o per il grado delle proprie qualità: un giovane d. per ingegno, per volontà, ecc. Nella scuola, giudizio sintetico superiore a buono e inferiore a ottimo. Con uso assol., come formula di cortesia negli indirizzi o nelle intestazioni delle lettere: Alla d. famiglia ...; Alla distintissima Signora ...; Distinto Ragioniere ...; ecc. Con riferimento a cose, indica in genere qualità speciali, posizione o grado o pregio maggiore, superiorità: promozione, avanzamento per merito d., nell’amministrazione pubblica; d. saluti, come chiusa di formale cortesia nelle lettere; posti d. (o anche, sostantivato, i distinti), nei locali di pubblico spettacolo (teatro, cinematografo, stadio, ecc.), quelli da cui si vede meglio e che perciò costano di più (in senso assoluto o rispetto ad altri situati in posizione meno felice). ◆ Avv. distintaménte, con chiarezza, nettamente: vedere, sentire, percepire distintamente; pronunciare distintamente le parole; separatamente: le due questioni vanno trattate distintamente; in modo distinto, con particolare deferenza: vi saluto distintamente.