distinguere
distìnguere v. tr. [dal lat. distinguĕre, comp. di dis-1 e stinguĕre «pungere», affine al gr. στίζω «pungere, punteggiare»] (io distìnguo, ecc.; pass. rem. distinsi, distinguésti, ecc.; part. pass. distinto). – 1. a. Riconoscere diversi fra loro due o più oggetti, avvertendo, con i sensi e con l’intelletto, la differenza che è tra essi: d. il bene dal male, il vero dal falso, il giallo dall’arancione, i furfanti dai galantuomini; non d. gli odori, i sapori, i suoni, ecc.; non è capace di d. un tordo da un’allodola; e di chi non ha criterio: non distingue un granchio da una balena (o altri modi sim.). b. Fare una distinzione, cioè rilevare e far rilevare la diversità o alterità fra due o più oggetti o modi di considerare lo stesso oggetto, soprattutto in una discussione: distinguo, formula con cui nella filosofia scolastica s’introduceva l’esame di un’argomentazione; e così in qualsiasi discussione o dibattito: distinguo: altro è fare una cosa e altro è avere intenzione di farla. Di qui l’uso di distinguo come s. m. invar. (v. distinguo). c. Discernere per mezzo della vista, riconoscere, veder bene: con questa nebbia non si distingue nulla; riuscii a stento a distinguerlo in mezzo alla folla; anche assol.: non distinguo senza occhiali. 2. a. Dividere, scompartire: d. un’opera in capitoli, la società in più classi, un secolo in varî periodi. b. Considerare particolarmente: cominciò a distinguer le parti di lei, lodando i capelli, li quali d’oro estimava, la fronte, il naso e la bocca (Boccaccio). 3. a. Rendere riconoscibile, contrassegnare: d. con un segno speciale, con una sigla, ecc.; sarà bene d. con l’accento le due parole (qui ha anche il senso di rendere visibile, far notare la differenza di pronuncia che c’è fra esse). b. Con soggetto di cosa, rendere riconoscibile fra altri: Qual fia ristoro a’ dì perduti un sasso Che distingua le mie dalle infinite Ossa che in terra e in mar semina morte? (Foscolo). Anche (spec. con soggetto che indichi una qualità fisica o spirituale), rendere diverso o segnalato fra altri, caratterizzare: la ragione distingue l’uomo dalle bestie; la sua eccezionale statura lo distingue fra tutti; lo sprezzo del pericolo distingue i coraggiosi; e in espressioni iron., nell’uso fam.: con la gentilezza che lo distingue, m’ha dato uno spintone che quasi mi faceva cadere. 4. intr. pron. a. Essere riconoscibile, avere uno o più elementi caratterizzanti: l’elefante africano si distingue da quello indiano per le maggiori dimensioni delle orecchie e delle zanne. b. Segnalarsi fra altri per particolari doti: distinguersi per volontà, zelo, valore; anche assol.: si distinse nella guerra di Crimea; in senso iron.: si distingue per la sua cafoneria. Con sign. analogo nella locuz. farsi d., mettersi in mostra, anche per qualità o atti non buoni: bisogna sempre che egli si faccia distinguere. ◆ Part. pass. distinto, anche come agg., con accezioni partic. (v. la voce).