disputare
v. intr. e tr. [dal lat. disputare, comp. di dis-1 e putare «calcolare, pensare»] (io dìsputo, ant. dispùto, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Discutere insieme con altri, opponendo il proprio all’altrui parere, intorno a questioni su cui vi sia o possa esservi contrasto di giudizî e diversità d’interpretazioni: d. di filosofia, di politica, di letteratura; d. sull’immortalità dell’anima, sulla legittimità di un provvedimento, sul modo di condurre un’impresa; si disputava se si dovesse o no procedere alla ratifica del patto; assol.: stavano disputando accanitamente. Meno com. (per analogia con discutere) l’uso trans.: d. una tesi, una questione, una sentenza. 2. Contendere: d. per la vittoria, per il primo posto in classifica. Comune con questo senso l’uso trans.: d. il premio, la vittoria all’avversario; d. la volata; anche nel senso di negare, cercar di togliere: d. il passo, d. un diritto; con valore reciproco, contendersi una cosa: disputarsi il titolo di campione; disputarsi lo scudetto; disputarsi il pallone. Con altro sign., prendere parte a una gara in cui vi sia contesa: d. una partita di calcio; d. un incontro di pugilato, ecc. ◆ Part. pres. disputante, anche come sost., chi prende parte a una disputa o a una gara. ◆ Part. pass. disputato, anche come agg.: una questione molto disputata, oggetto di lunghe dispute; partita, vittoria assai disputata, quando tra gli avversarî vi sia stata lotta accanita e con forze quasi pari.