dispersione
dispersióne s. f. [dal lat. dispersio -onis, der. di dispergĕre (v. dispergere), ma sentito, nella maggior parte dei sign., come der. di disperdere]. – 1. Il disperdere o disperdersi; l’essere disperso: la d. del popolo ebreo (storicamente detta diaspora); d. del patrimonio; d. della proprietà terriera, frammentazione della terra in molte piccole proprietà; d. dei voti, nelle elezioni (v. disperdere); d. di forze, di energie; d. di calore. Con accezioni specifiche: a. Nella tecnica mercantile, rischi di d., i rischi che hanno per oggetto ammanchi e consumi derivati dalla natura della merce trasportata e di cui l’assicuratore marittimo non risponde essendo tali rischi esclusi dalla copertura. b. In balistica, d. del tiro, modo secondo il quale si distribuiscono sul bersaglio i colpi sparati dalla stessa bocca da fuoco, con gli stessi dati di tiro e nelle identiche condizioni. c. In fisiologia, d. calorica, la perdita di calore, per irradiazione, da un organismo vivente, come effetto della termolisi. d. In fisica: d. elettrica, fenomeno per cui una piccola quantità di corrente (corrente di d., o di perdita) scorre in un mezzo isolante soggetto a un campo elettrico; d. di una radiazione policromatica (in partic., d. della luce, delle radioonde, del suono, ecc.), fenomeno per cui la radiazione viene scomposta nelle radiazioni monocromatiche componenti, che si propagano con modalità diverse l’una dall’altra e, generalmente, seguendo cammini diversi; d. atmosferica, quella che la luce degli astri subisce per il diverso indice di rifrazione delle masse atmosferiche. 2. In chimica, sistema eterogeneo formato da due o più fasi, nel quale una di esse (fase disperdente) è in quantità prevalente e disperde l’altra o le altre (fasi disperse); grado di d., il rapporto tra la superficie che separa le due fasi e il volume della fase dispersa: a seconda del suo valore si va dalle dispersioni grossolane a quelle colloidali, alle emulsioni, alle nebbie, ecc., in cui le dimensioni delle particelle disperse sono ultramicroscopiche, e alle soluzioni, in cui sono di dimensioni molecolari. 3. a. In statistica, il modo con cui i singoli dati relativi all’andamento di un fenomeno si distribuiscono intorno al valore medio. b. In statistica linguistica, indice o coefficiente di d., o più semplicem. dispersione, il numero (ottenuto attraverso opportuno calcolo e di solito compreso fra 0, d. minima, e 1, d. massima) che rappresenta il grado maggiore o minore di uniformità con cui una parola, presente con frequenza x in un corpo di testi sottoposti ad analisi, si ripartisce in ciascun testo o in ciascuno dei sottoinsiemi di cui il corpo è costituito (v. anche ripartizione). c. Nelle scienze dell’educazione, d. scolastica, il complesso dei fenomeni di mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizî di istruzione da parte di ragazzi e giovani in età scolare. In senso tecnico, fenomeni di disperdenza sono l’abbandono, che è certamente quello più grave in quanto comporta l’interruzione per lo più definitiva dei corsi di istruzione, ma anche la ripetenza, ovvero la condizione di chi si trova a dover rifrequentare lo stesso corso frequentato in precedenza senza esito positivo, nonché altri casi di ritardo, quali l’interruzione temporanea per i motivi più varî o il ritiro per periodi determinati seguiti dalla ripresa degli studî.