dispensare
v. tr. [dal lat. dispensare, intens. di dispendĕre «distribuire»] (io dispènso, ecc.). – 1. Distribuire: d. ai poveri le proprie ricchezze; d. favori, grazie, elemosine; estens.: passò dispensando a tutti sorrisi e strette di mano; scherz.: d. pugni, scappellotti, impertinenze, ecc. 2. a. Esimere, liberare da un obbligo, da una prestazione, da un’imposizione, da un atto che, secondo le norme o il costume, sarebbe dovuto: d. dagli esami scritti; d. dal servizio militare; d. dal produrre un documento; nel diritto canonico, d. dai voti, dagli impedimenti matrimoniali (anticam. anche trans., d. il matrimonio), ecc. In senso più ampio: siete dispensati dall’intervenire alla riunione; si dispensa dalle visite, negli annunci di morte. Nel rifl., dispensarsi dal fare qualcosa, esimersi, fare a meno di: non posso dispensarmi dal dirvi che siete un ingrato (Goldoni). b. Nel pubblico impiego, d. dal servizio, risolvere il rapporto nei riguardi di un impiegato non idoneo al lavoro per motivi di salute o per insufficiente rendimento (v. dispensa1, n. 5 b). 3. ant. a. Spendere, consumare. b. Amministrare.