disgiunzione
disgiunzióne s. f. [dal lat. disiunctio -onis, der. di disiungĕre «disgiungere»]. – 1. Il disgiungere, l’essere disgiunto: la d. delle forze nemiche. 2. Nella logica, proposizione il cui predicato è costituito da termini che si escludono a vicenda e che esauriscono tutte le possibilità: A è B o C o D, oppure, in forma negativa, A non è né B né C né D. 3. In logica matematica è uno dei connettivi logico-proposizionali: può avere il significato del latino vel (corrisponde all’ital. o alternativo), per cui l’espressione «p o q» è vera quando almeno uno dei due enunciati, p e q, è vero, ma non si esclude che lo siano entrambi; oppure del latino aut (corrispondente all’ital. o esclusivo), nel qual caso «p o q» è vera solo se uno dei due enunciati è vero e l’altro è falso. 4. In matematica, nella teoria degli insiemi, proposizione che risulta verificata dagli elementi di un certo insieme ai quali compete o l’uno o l’altro di due attributi, e corrisponde all’operazione di unione o somma logica: se A è la classe degli enti ai quali compete l’attributo a, e B la classe degli enti ai quali compete l’attributo b, la classe degli enti ai quali compete o l’attributo a o quello b è l’unione A + B. 5. In genetica, la separazione dei cromosomi omologhi dopo l’appaiamento durante la meiosi e la loro migrazione ai poli opposti; non disgiunzione, calco della locuzione ingl. non-disjunction con cui viene indicata la mancata separazione dei cromosomi omologhi durante la meiosi, con conseguente formazione di gameti aneuploidi.