disgiuntivo
agg. [dal lat. tardo disiunctivus, der. di disiungĕre «disgiungere»]. – 1. Che disgiunge; che ha la funzione di disgiungere. In partic.: a. In grammatica, congiunzioni d., le cong. o, oppure, ovvero, che uniscono sintatticamente due elementi della proposizione o del periodo, dei quali uno esclude l’altro o si pone in alternativa all’altro (o tutti o nessuno; verrò stasera oppure domani); proposizioni d., le prop. coordinate introdotte da una congiunzione disgiuntiva (come per es. le due prop. o mi aiuti o mi lasci in pace); proposizione interrogativa d. (o doppia), forma particolare di proposizione dubitativa contenente un dilemma (per es.: non so se accettare l’incarico o rifiutarlo). b. Nella logica, proposizione d., quella che esprime un’alternativa, sia in senso positivo, sia in senso negativo (A è B o C; A non è né B né C); sillogismo d., quello che ha come premessa maggiore una proposizione disgiuntiva (A è B o C, ma A è B, dunque A non è C). 2. Nella critica testuale, errori d. (o separativi), quelli che, trovandosi in un codice (A) e non in un altro (B) ad esso strettamente affine, escludono la derivazione diretta di B da A, quando vi sia certezza che B non è stato emendato.