disfare
v. tr. [comp. di dis-1 e fare] (pres. indic. disfàccio o disfò o disfo, disfài o disfi, disfà o disfa, disfacciamo o disfiamo, disfate, disfanno o dìsfano; pres. cong. disfàccia o disfi, disfacciamo o disfiamo, disfacciate o disfiate, disfàcciano o dìsfino; imperat. disfà o disfài o disfa’; il resto della coniug. come fare). – 1. a. Scomporre, guastare il già fatto: d. il letto; d. un lavoro a maglia; d. un pacco, la valigia; d. un nodo; prov., fare e d. è tutt’un lavorare; fig., è lui che fa e disfà, che comanda e agisce a suo piacere. b. Di città, fortificazioni e sim., abbatterle; d. un esercito, metterlo in rotta, sconfiggerlo. c. Privare della vita: sì lunga tratta Di gente, ch’i’ non averei creduto Che morte tanta n’avesse disfatta (Dante). d. Sciogliere, liquefare: il sole ha disfatto la neve. e. D. la casa, vuotarla, dare via i mobili; d. la roba, sperperarla, mandarla in rovina. 2. intr. pron. a. Guastarsi, corrompersi, detto della carne, delle frutta, del corpo umano o animale. Per estens., sfiorire, detto della persona o delle fattezze, per età, malattia, patimenti e sim.: faceva pena vedere come il suo corpo (o il suo viso) si disfaceva rapidamente. In usi fig., decadere, disgregarsi: istituzioni che si disfanno lentamente ma inesorabilmente. b. Sciogliersi, liquefarsi per calore o altro: il burro si è tutto disfatto; pere così morbide che si disfanno in bocca; con questo gran caldo ci si disfà. Fig., letter., consumarsi, struggersi: E sì le vene e ’l cor m’asciuga e sugge, Che ’nvisibilemente i’ mi disfaccio (Petrarca); disfarsi in lacrime, in pianto, piangere dirottamente; disfarsi dalle risa, ridere smoderatamente. 3. rifl. Disfarsi di una cosa, darla via: voglio disfarmi di tutto questo ciarpame; disfarsi di una persona, liberarsene. ◆ Part. pass. disfatto, anche come agg. (v. la voce).