disegno
diségno s. m. [der. di disegnare]. – 1. a. Rappresentazione grafica di oggetti della realtà o dell’immaginazione, di persone, di luoghi, di figure geometriche, ecc., fatta con o senza intento d’arte: d. a matita, a penna, a tratto, a carboncino, a pastello; d. dal vero, d. di fantasia; d. in bianco e nero, d. a colori; d. a mano libera, eseguito senza l’aiuto di riga, compasso, ecc., che sono invece necessarî per il d. geometrico; fare, abbozzare, tracciare un d., colorare un d.; tavolo da disegno; carta da disegno, particolare tipo di carta pesante e opaca, spesso con superficie scabra, particolarmente adatta al disegno a matita, a pastello, ecc.; arti del d., espressione comunem. usata come sinon. di arti figurative. In partic.: d. tecnico, rappresentazione in piano, su carta o tela, di oggetti da costruire (per es., macchine o organi meccanici nel d. meccanico, opere murarie nel d. architettonico, oggetti di serie e di uso comune nel d. industriale, detto anche con espressione ingl. [industrial] design), accompagnata da tutti i dati necessarî per le costruzioni, eseguita in scala opportuna e con l’ausilio di appositi strumenti come righe, squadre, sagome, normografi, ecc.; tale tecnica è oggi per lo più sostituita dal d. con il calcolatore, con cui si intende la progettazione e la realizzazione, mediante elaboratori elettronici (corredati o no di appositi dispositivi quali penne elettroniche, tavolette digitalizzatrici, cursori di precisione, ecc.), di disegni che possono apparire su un terminale video oppure essere riprodotti su carta da particolari dispositivi traccianti (plotter) o da stampanti (i programmi informatici specializzati in tale ambito sono denominati CAD: v. la voce); d. animati (impropriam. cartoni animati), pellicola cinematografica o sequenza digitale in cui i fotogrammi riproducono, anziché oggetti e azioni ripresi dalla realtà, disegni che con la loro successione danno l’impressione del movimento (per i blocchetti a disegni, o a cartoni, animati, v. flip-book). Indica talora lo schizzo, il progetto di un’opera da fabbricare o da costruire: d. di un palazzo; ho fatto io stesso il d. dei mobili; oppure, con riferimento ad artisti, i disegni fatti a scopo di studio, di esercitazione, o l’abbozzo preparatorio di una tela, di un affresco: i d. di Leonardo, del Pollaiolo; il d. di una battaglia, di alcuni particolari del quadro; esposizione, mostra, raccolta di disegni. b. Motivo ornamentale: una stoffa con bellissimi d.; d. originali; il d. di una carta da parati. c. Il modo di disegnare: avere un d. chiaro, confuso, scorretto. d. L’arte del disegnare: studiare, insegnare il d.; esercitarsi nei d.; avere disposizione per il disegno. 2. Nella tecnica della trasmissione delle immagini, disegno di analisi (o di sintesi), il percorso che l’elemento esplorante (o riproduttore) compie sull’immagine da trasmettere (o per ricomporre l’immagine ricevuta). 3. fig. a. Abbozzo, schema di un’opera letteraria: ho già in mente il d. del romanzo nelle sue linee essenziali. b. Determinazione schematica, a grandi linee, di una serie di operazioni, di un’impresa e sim.: d. di manovra, nel linguaggio milit., l’estrinsecazione, da parte del comandante di una grande unità complessa, dei proprî intendimenti per la condotta della manovra nelle sue varie fasi e delle connesse modalità esecutive. c. Progetto, piano d’azione, proposito, intenzione: i d. di Dio sono imperscrutabili; questi, credo, sono d. inattuabili; avevo fatto tanti d. su di lui; ha dovuto rinunciare al d. di darsi al teatro; non è nostro d. di far la storia della sua vita claustrale (Manzoni). d. D. di legge: proposta legislativa sottoposta all’esame del parlamento per la sua approvazione; può essere presentata dal governo, da un membro del parlamento, o da altro organo cui è riconosciuta dalla costituzione l’iniziativa legislativa. ◆ Dim. disegnino, disegnétto; spreg. disegnùccio; pegg. disegnàccio.