discolo
dìscolo agg. e s. m. [dal lat. dyscŏlus, gr. δύσκολος «fastidioso, scontento, intrattabile»]. – 1. agg. e s. m. Propr., difficile a correggersi, quindi incline a comportarsi male, scapestrato, scavezzacollo, ma per lo più usato con senso attenuato (birichino, sbarazzino e sim.): figli d.; giovani d.; come s. m. (raro il f. -a): è un d.; una compagnia di discoli. 2. agg., ant. a. Di difficile contentatura, di carattere scontroso. b. Illetterato, incolto: io Franco Sacchetti fiorentino, come uomo d. e grosso, mi proposi di scrivere la presente opera (Sacchetti). ◆ Dim. discolétto; accr. discolóne; pegg. discolàccio (tutti nel sign. 1, e per lo più come sost.).