disciogliere
disciògliere (letter. disciòrre) v. tr. [der. di sciogliere, secondo il modello del lat. dissolvĕre] (coniug. come sciogliere). – Forma meno com. e più letter. di sciogliere, usata soprattutto nei sign. seguenti: 1. Liberare da lacci, da legami, lasciare libero, anche in senso fig.: Disciolse il mostro, e trassel per la selva (Dante); tu sii da questa promessa disciolta (Boccaccio); separare, licenziare, far cessare e sim.: d. una formazione paramilitare, d. l’esercito, la Camera, d. un partito (con queste accezioni, sono più frequenti i tempi composti dell’attivo e del passivo, anche nell’intr. pron.: la formazione, l’organizzazione s’è disciolta); anticam. anche soddisfare un obbligo e sim., assolvere, perdonare, ecc. (per una più ampia distinzione dei sign. ed esemplificazione, v. sciogliere, n. 3). 2. Far passare una sostanza dallo stato solido allo stato liquido: Discioglie il sole nelle sommità de’ monti le congelate nevi (Marino); anche nell’intr. pron.: la neve si discioglie al sole; in partic., d. una sostanza in un liquido, farla passare in soluzione. ◆ Part. pass. disciòlto, anche come agg., libero: in questa altezza ch’è tutta disciolta Ne l’aere vivo (Dante); i crini Scorrer disciolti (Foscolo); sciolto, cioè fatto cessare: il disciolto partito fascista; di sostanza, portata in soluzione.