diradamento
diradaménto s. m. [der. di diradare]. – 1. Il diradare, il diradarsi, e l’effetto che ne segue: d. delle vetture tranviarie in circolazione; d. della folla; d. della nebbia. 2. In partic.: a. In agraria e in silvicoltura, d. di un seminato, di un vivaio, di un bosco, sradicamento di alcune piante, in una piantagione troppo fitta, eseguito per favorire lo sviluppo delle piante che restano; anche l’analoga operazione compiuta sulle piante fruttifere o asportando rami per arieggiare la chioma o togliendo una parte dei frutti, affinché quelli che rimangono ingrossino e maturino meglio. b. In urbanistica, tipo di sistemazione dei vecchi centri urbani d’interesse storico-artistico o ambientale, tendente a un miglioramento delle condizioni del traffico e dell’igiene, mediante eliminazione delle costruzioni inadeguate e prive di pregio, ricostruzioni a carattere di restauro, e sistemazione degli spazî liberi in modo che le caratteristiche dell’ambiente originario e l’integrità delle opere d’arte siano rispettate.