dima
s. f. [dal gr. δεῖγμα «mostra, saggio, campione», der. di δείκνυμι «mostrare», penetrato nell’Italia settentr. attraverso l’Esarcato; cfr. lat. mediev. digma, e regionalmente anche degma, delma, deuma, che sopravvivono in dialetti settentr. nelle forme delma, derma, dema, con gli stessi sign. o con accezioni simili], non com. – Termine che, in varie tecniche, significa genericam. campione, sagoma, modano e sim.; per es., nelle cosiddette «macchine a copiare», il modello che la macchina segue durante la lavorazione. Più in partic., nella lavorazione della carta, piastra metallica di superficie prefissata, che viene adoperata per ricavare da un foglio qualsiasi la provetta necessaria per la valutazione della grammatura.