digiuno2
digiuno2 s. m. [der. di digiunare; cfr. il lat. ieiunium, che aveva lo stesso sign. ma da cui la forma ital. è indipendente]. – 1. Astensione totale o parziale dagli alimenti, sia volontaria sia in osservanza di una prescrizione medica o di un precetto ecclesiastico: fare digiuno; fare, iniziare un d. di protesta, come forma passiva di lotta, di opposizione, di resistenza (e, più spesso, come mezzo per muovere l’opinione pubblica ed esercitare così una pressione dove altri mezzi sarebbero inefficaci); osservare, rispettare il d., cioè il precetto di digiunare nei giorni prescritti dalla Chiesa (che sono, secondo le norme attuali, il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo), nei quali i cattolici di età compresa fra il 21° e il 59° anno sono tenuti a fare un unico pasto nella giornata osservando insieme anche l’obbligo dell’astinenza dalle carni; capo del d., antica espressione ecclesiastica (lat. caput ieiunii) per indicare il mercoledì delle ceneri, ossia il primo giorno della quaresima; d. eucaristico, l’astensione completa (attualmente della durata di almeno un’ora) da cibi e bevande, con l’eccezione di acqua e medicinali, prescritta per chi celebra la messa o riceve la comunione; rompere il d., mangiare cibi non consentiti dalla Chiesa nei giorni prescritti per il digiuno o, più genericam., interrompere l’astensione dal cibo, cominciare a mangiare: poi che col buon vino e co’ confetti ebbero il digiun rotto (Boccaccio); Perpetua disse d’aver qualcosa con sé da rompere il d. (Manzoni). In alcune locuz., la parola ha sign. più ampio: d. forzato, di chi non ha nulla da mangiare; in partic., essere a d., tenere a d., a stomaco vuoto; e come locuz. avv., a digiuno, la mattina prima di colazione o in genere a stomaco vuoto: medicina da prendere a d.; non bevo vino a digiuno. 2. fig. a. Lunga privazione di cosa desiderata: tenere uno a d. di notizie, di lettere; scherz., astinenza sessuale: obbligare la moglie, il marito al d. (da parte del coniuge). b. poet. Desiderio intenso, attesa impaziente, spec. nella frase ant. solvere il d., appagare il desiderio: grato e lontano digiuno ... Soluto hai, figlio (Dante); Send’io tornato a solver il digiuno Di veder lei (Petrarca).