differenza
differènza s. f. [dal lat. differentia, der. di diffĕrens -entis: v. differente]. – 1. a. L’esser differente; mancanza di identità, di somiglianza o di corrispondenza fra persone o cose che sono diverse tra loro per natura o per qualità e caratteri: piccola, poca, grande, enorme d.; d. intrinseca, sostanziale; d. di colore, di sapore, d. di grado, d’età (e determinando la misura: la d. è solo di pochi punti; tra i due fratelli c’è d. di quattro anni); fra me e lui c’è grande d.; bisogna far d. tra le parole e i fatti; non ci vedo, non ci trovo d.; non fare d. fra due persone o cose, non vederci diversità, metterle sullo stesso piano; in locuz. impersonali: tra i due (o tra le due offerte e sim.) c’è una bella d., quando si vuole significare che una persona o una cosa è molto superiore o inferiore a un’altra; puoi andare o restare, per me non c’è (o non fa) differenza. Come locuz. avv., a differenza di, diversamente da: a d. di te, io in questi casi riesco a mantenermi calmo; il tempo oggi è sereno, a d. di ieri. b. Con accezione più partic., in filosofia, per d. s’intende l’alterità, ossia la non identità, tra cose appartenenti allo stesso genere e aventi in comune la qualità per cui differiscono (figura, forma, colore), sicché la differenza implica sempre una determinazione. Anche, il carattere o l’insieme di caratteri che costituiscono la differenza stessa: così, nella classica esemplificazione aristotelico-scolastica, la «razionalità» è la differenza (d. specifica) dell’uomo da altro ente dello stesso genere animale (v. anche definizione, n. 2 b). 2. Con accezioni specifiche: a. In matematica, il risultato dell’operazione di sottrazione: la d. tra 10 e 7 è 3 (10 − 7 = 3); differenza (o ragione) di una progressione aritmetica, la quantità (costante) per cui differiscono due termini consecutivi. b. In fisica, in chimica e nella tecnica, lo scarto tra i valori di determinate grandezze o di determinati parametri: d. di fase, di potenziale, d’immersione, ecc., v. rispettivamente fase, potenziale, immersione, ecc. c. In statistica: d. media, l’indice di variabilità che si ottiene calcolando tutte le differenze che si possono eseguire tra i varî termini di una serie e facendo la media delle differenze stesse; d. interquartile, l’indice di variabilità che si ottiene dalla differenza tra il 3° e il 1° quartile di una distribuzione. d. In psicologia, d. personale, sinon. di equazione personale (v. equazione, n. 5). 3. letter. Dissidio, contrasto, discordia, o lite, controversia: nacque una d. tra le due famiglie; accomodare, appianare le d. tra gli uomini; erano in questi medesimi tempi intra la Chiesa romana e la greca alcune d. (Machiavelli); intervengono spesso differenzie tra un gentilomo e l’altro, onde poi nasce il combattere (B. Castiglione); accomodar differenze, e proteggere oppressi (Manzoni).