dies irae
〈dìes ìre〉 locuz. lat. («il giorno dell’ira», cioè del giudizio universale), usata in ital. come s. m. – 1. Sequenza liturgica (così chiamata dalle parole iniziali), composta di 17 strofe di tre versi rimati, più sei versi di chiusa, che viene recitata o cantata nell’ufficio dei morti; di origine medievale (sec. 12°), descrive dapprima l’ansia del peccatore di fronte all’imminente giudizio divino, poi la graduale fiducia nella divina bontà, esaltata dalla certezza di una giusta clemenza. 2. Nel linguaggio com., il giorno del giudizio; fig.: verrà anche per lui il dies irae, il momento della resa dei conti o sim. Altre locuz. fig.: cantare il dies irae, a una persona o a una cosa, non pensarci più (cfr. l’espressione analoga, ma più fam., metterci una croce sopra).