diatomee
diatomèe s. f. pl. [lat. scient. Diatomeae, dal nome del genere Diatoma, e questo dal gr. διατομή «taglio», perché le cellule formano una catena a zig-zag]. – Alghe unicellulari che vivono libere o riunite in colonie, in tutti i mari, nelle acque dolci, e anche in ambienti terrestri, caratterizzate da una parete cellulare (frustolo) di sostanze pectiche fortemente impregnate di silice, formata da due valve, con varî disegni e rilievi, incastrate l’una nell’altra come il fondo di una scatola nel suo coperchio; si riproducono per divisione, in cui ciascuna delle cellule figlie eredita una valva, che corrisponderà al coperchio della futura membrana, e si fabbrica la valva mancante, più piccola. Le diatomee abbondano allo stato fossile, spec. nell’era terziaria, e i loro gusci formano strati di parecchi metri di spessore che, a seconda della maggiore o minore compattezza, costituiscono il tripoli, usato per la pulitura dei metalli, pietre e simili, e la farina fossile, bianca, grigia o nerastra, usata per la fabbricazione della dinamite, di mattonelle refrattarie, per filtrare liquidi e come isolante.