diaspro
dïaspro s. m. [dal lat. mediev. diasprum, lat. class. iaspis -ĭdis, gr. ἴασπις]. – 1. In mineralogia, varietà di silice compatta, a struttura microgranulare, opaca e di vario colore (rosso, giallo, verde, bruno, raram. bianco), a tinta unita o a macchie, a screziature (d. fiorito), a zone di diverso colore (d. agata), che, in Italia, si rinviene, in belle e svariate tinte, in Toscana (prov. di Pisa e Lucca), in Sardegna e Sicilia; più pregiato in passato, viene oggi utilizzato per gioie di minor pregio, per intarsî, ecc. 2. poet. Per estens., pietra durissima in genere, soprattutto come simbolo di durezza d’animo: E veste sua persona d’un diaspro Tal, che per lui, o perch’ella s’arretra, Non esce di faretra Saetta che già mai la colga ignuda (Dante); quel d. ond’ei l’alma ha sì dura (T. Tasso).