dialefe
dialèfe s. f. [comp. di dia- e di (sin)alefe]. – Nella metrica, particolare forma di iato fra due vocali consecutive, la prima in fine e la seconda all’inizio di parola, nei casi cioè in cui normalmente si fa l’elisione. Nella poesia italiana, si ha dialefe quando la prima o ambedue le vocali portano l’accento (come per es. nei due versi di Dante: Ciò ch’io dico di me, di sé - intende; Ella giunse e levò - ambe le palme), più raram. quando è accentata solo la seconda (come nel verso dantesco: Or ti fa lieta ché tu - hai ben onde); ma anche in altri casi. Nella poesia latina e greca si ha di norma dialefe quando tra le due vocali cade la cesura e, nelle opere drammatiche, quando c’è cambiamento di interlocutore.