diaframma
(ant. diafragma) s. m. [dal lat. tardo diaphragma, gr. διάϕραγμα, der. di διαϕράγνυμι o διαϕράσσω «separare»] (pl. -i). – 1. Elemento (chiuso o provvisto di aperture) che serve a dividere un ambiente, una cavità, un recipiente in parti, o a limitare la portata di correnti fluide, l’ampiezza di fasci luminosi, e simili, dall’uno all’altro degli scomparti da esso determinati. In partic.: a. Nelle costruzioni civili, sinon. di paratia, quando questa sia costituita da calcestruzzo e monolitica. b. In acustica ed elettroacustica, l’organo di un trasduttore (microfoni, fonorivelatori, ricevitori telefonici e sim.), di solito costituito da una sottile lamina metallica, avente la funzione di raccogliere o di generare onde sonore nell’aria. c. In elettrochimica, ogni dispositivo (parete o setto) che separa due compartimenti in cui sono contenute delle soluzioni (per es., saline) e avente la funzione di limitare la libera diffusione da un compartimento all’altro di una qualche specie ionica presente in uno di essi. d. In uno strumento ottico, schermo opaco con foro centrale, per lo più circolare, disposto perpendicolarmente all’asse dello strumento e col centro sull’asse medesimo, che ha la funzione di eliminare i raggi marginali e quindi di ridurre opportunamente l’apertura del sistema; d. a iride, diaframma ad apertura variabile assai diffuso nelle macchine fotografiche, così detto perché la sua funzione è analoga a quella che nell’occhio svolge l’iride. Con riferimento a macchine fotografiche: aprire il d., aumentarne l’apertura (con spostamento dell’indice su valori numerici più piccoli), così da rendere più luminosa l’immagine sulla pellicola o sul vetro smerigliato e più ridotta la profondità di campo; chiudere il d., diminuirne l’apertura, spostando l’indice su valori numerici maggiori, così da rendere l’immagine più oscura e più ampia la profondità di campo. e. Dispositivo anticoncezionale consistente in una sottile cupoletta di gomma tesa su un anello meccanico flessibile, atta a suggellare il collo dell’utero impedendo così la penetrazione degli spermatozoi. 2. In anatomia, formazione membranosa a struttura muscolare e tendinea che, nei mammiferi, separa la cavità toracica da quella addominale. Nell’uomo, ha forma di cupola a convessità superiore; con la contrazione si appiattisce, favorendo l’espansione inspiratoria della cavità toracica e provocando la spinta in basso della massa intestinale: interviene perciò nei movimenti respiratorî, oltreché in quelli della defecazione e dell’espulsione del feto nel parto. 3. In fonetica, restringimento o chiusura del canale di fonazione che si realizza mediante l’accostamento di superfici opposte (lingua e palato, labbro inferiore e labbro superiore, ecc.) in un punto qualsiasi del canale, lungo tutto il tratto che va dalla glottide alle labbra, determinando così una o più cavità di risonanza. 4. fig. Quanto concorre a dividere, a separare, anche spiritualmente: d. sociali; tra noi due c’era un d. che ci impediva di comprenderci.