detrito
s. m. [dal lat. detritum, part. pass. neutro di deterĕre «logorare», comp. di de- e terĕre «strofinare»]. – 1. In petrografia, frammento roccioso di varia natura, forma e dimensioni, proveniente dalla disgregazione meccanica delle rocce ad opera degli agenti superficiali: d. glaciali, fluviali; d. minuti, grossolani; detriti di fondovalle, di versante, di falda, a seconda della causa che li ha prodotti, della grossezza degli elementi e della posizione topografica. Per analogia, d. spaziali, corpi costituiti da satelliti artificiali terrestri diventati non operativi e dalla loro frammentazione, assai pericolosi per satelliti funzionanti e per veicoli spaziali. 2. In senso più generico, qualsiasi frammento di materia, anche organica, proveniente da frantumazione, da raschiamento, ecc.: detriti di stoviglie rotte; detriti d’ossa, di legno, di foglie secche; [le onde] lasciavano, ritirandosi, un letto d’alghe secche, di sugheri, d’ogni sorta di detriti (De Roberto). Anche in senso fig. (letter.), avanzo, residuo di cose (non soltanto materiali) che hanno perduto ormai pregio, valore, utilità: la letteratura come gergo, riecheggiato ... sui d. di altre letterature ed esperienze (Alvaro).