desuetudine
desuetùdine s. f. [dal lat. desuetudo -udĭnis, der. di desuetus «desueto»], letter. – 1. Lo stesso che dissuetudine, cessazione da un comportamento o da un’attività abituale, abbandono o perdita di una consuetudine: ogni specificazione di attività produce una correlativa inettitudine o d. in altri modi di attività (B. Croce). 2. In senso passivo, l’essere o il divenire desueto, cioè uscita dall’uso, e anche la perdita di validità di una norma o usanza che non è più osservata: abitudini, costumi, termini ormai in d.; venire, cadere in desuetudine. Con accezione più specifica, in diritto, la costante inosservanza di una legge, tale da provocarne l’abrogazione (non è ammessa nel diritto positivo italiano).