destruzzizzarsi
v. intr. pron. Liberarsi del comportamento ritenuto proprio dello struzzo, che nasconde la testa sotto la sabbia; prendere atto della realtà, assumersi le proprie responsabilità. ◆ Umorale e incontenibile, [Giovanni] Sartori è fatto così. In odio ai «comunisti» lascia l’Italia. Crociato della battaglia sul conflitto d’interesse, può suggerire davanti a una perplessa platea di parlamentari ulivisti venuti ad abbeverarsi al verbo sartoriano, di andare senza indugi contro il Quirinale per convincere Carlo Azeglio Ciampi, testuale, a «destruzzizzarsi», neologismo che equivale immaginificamente a «togliere la testa dalla sabbia». (Pierluigi Battista, Stampa, 18 gennaio 2002, p. 6, Interno) • «Perché [Carlo Azeglio] Ciampi struzzeggia? Bisogna costringerlo a tirare la testa fuori dalla sabbia, dove sta più comodo, a “destruzzizzarsi”, a persuaderlo che lui ha il diritto-dovere di difendere quei principi che, in questo momento, sono in gioco» [Giovanni Sartori]. (Repubblica, 18 gennaio 2002, p. 9, Il governo alla prova) • «Bisogna costringere [Carlo Azeglio] Ciampi - scandisce [il professore Giovanni Sartori] - a tirare fuori la testa dalla sabbia, dove sta più comodo, a “destruzzizzarsi”». (Giornale, 18 gennaio 2002, p. 4, Il fatto).
Derivato dal s. m. struzzo con l’aggiunta simultanea del prefisso de-, del suffisso -izzare e della part. pron. -si.
V. anche struzzeggiare.