destrizzazione
s. f. In politica, spostamento su posizioni di destra. ◆ L'etichetta, mutuata da un saggio di Daniel Lindernberg, venne utilizzata – soprattutto dal Nouvel Observateur – per denunciare la «destrizzazione» del dibattito politico francese, capitanata da Alain Finkielkraut e da storici come Alexandre Adler, polemisti come André Glucksmann o scrittori del calibro di Michael Houellebecq. (Giornale.it, 26 giugno 2007, Cultura) • E infatti, in questa ultima fase della politica italiana abbiamo assistito allo sforzo di proporre un’offerta unitaria a destra che metta insieme ciò che insieme altrove si ritiene non possa stare. Uno sforzo che ha appeno condotto questa destra arlecchino al governo della Regione Sicilia. Ma che, se dovesse mai consentire anche la conquista del governo nazionale (al momento improbabile) riproporrebbe la difficoltà di dirigere un paese a partire da posizioni lontane, a meno di una “destrizzazione” dei moderati. (Sofia Ventura, Italianieuropei.it, 19 dicembre 2017) • «Ora questo gruppo [di elettori di sinistra nel Movimento 5 Stelle, ndr] è sconcertato, sperava in una democratizzazione dei 5 stelle, non in una destrizzazione». [Domenico De Masi] (Daniela Preziosi, Manifesto, 11 maggio 2018, p. 2, Politica).
Derivato dal s. f. destra con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
Già attestato nel Corriere della sera del 28 febbraio 1987, p. 10, Esteri (Paolo Bugialli), con riferimento alla politica spagnola («destrizzazione»).