desaparecido
‹desaparetħìdħo› agg. e s. m. spagn. [part. pass. di desaparecer «scomparire» (e ant., con valore causativo, «far scomparire»), comp. di des- «dis-1» e aparecer «apparire», che è dal lat. tardo apparescĕre; termine nato in Argentina, nella seconda metà degli anni Settanta del sec. 20°, con riferimento alla situazione politica di quella nazione]. – Propriam., scomparso. La parola, nel suo uso sostantivato e per lo più al plur., desaparecidos (f. desaparecidas), ha avuto diffusione nella pubblicistica (spec. degli ultimi decennî del Novecento) sia italiana sia di altri paesi, con riferimento a metodi di persecuzione politica di regimi dittatoriali, spec. argentini e di altri paesi latino-americani, che tendono a concludersi con l’eliminazione di persone invise ai regimi in carica, delle quali non viene più data alcuna notizia e che vengono ufficialmente dichiarate «scomparse»: la tragedia dei desaparecidos. Per estens., persona fatta scomparire da organizzaioni criminali: i d. della mafia. In funzione di agg.: i bambini desaparecidos.